Presentazione
Šmarješke Toplice
Un territorio torboso, conosciuto solo agli autoctoni
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L’area delle Šmarješke Toplice, abitata dall’uomo già in epoca preistorica, rimase nota, fino alla fine del ‘700, soltanto alla popolazione locale. Il laghetto, formatosi attorno alle fonti termali in questo territorio torboso, era meta di autoctoni, di persone di Novo Mesto e degli abitanti dei paesi vicini. A lungo fu noto con il nome di Jezerske toplice (terme del lago).
Jezerske toplice nella Bassa Carniola
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Le chiamava così anche Franz Anton Breckerfeld, proprietario del castello Stari grad sopra Otočec, nel suo libro “Poročilo o toplicah ali Jezerske toplice na Spodnjem Kranjskem” (relazione sulle terme o Jezerske Toplice nella regione della Bassa Carniola). E ne sottolinea così gli effetti benefici: “L’acqua delle sorgenti ha un potere curativo: favorisce e aumenta la circolazione sanguigna, rinforza i nervi e svolge effetti benefici su malattie nervose, aiuta nei casi di paralisi, gonfiore, dolori articolari, scorbuto. Spesso si verificano anche delle guarigioni miracolose.” A partire dal 1791 sono stati registrati tutti gli ospiti che hanno tratto giovamento dai bagni nell’acqua termale.
Dalla prima capanna allo stabilimento termale
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I conti Margheri di Commandona, proprietari del castello di Stari grad e dei bagni del lago nell’800, decisero quindi di costruire, sulla sorgente, una capanna di legno. I loro successori fecero pavimentare i bagni con tavole di legno. Nel 1913, la struttura fu acquistata da Alojzij Zajec di Bela Cerkev che fece costruire una doppia piscina termale. Nel 1922 sopra la sorgente venne eretto un edificio in muratura, mentre alla fine della valle fu posta una piscina in legno scoperta, di 9 x 9 metri.
Acquedotto e linea elettrica
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Lo stabilimento, acquistato nel 1926 dalla famiglia Gregorčič di Novo Mesto, fu notevolmente ampliato. Furono infatti realizzati gli allacciamenti all’acquedotto e alla linea elettrica e furono rinnovati la trattoria e il mulino. Alle piscine furono inoltre attribuiti dei nomi: Marijina kopel (bagno di Maria, l’attuale piscina in legno), Aleksandrova kopel (bagno di Alessandro, il bagno coperto più grande), e Petrova kopel (bagno di Pietro, il bagno coperto più piccolo). Accanto alle piscine trovarono posto le cabine per i bagnanti. Nel 1938 le terme passarono nelle mani del dott. Šarič che, comprando alcuni terreni circostanti, ampliò lo stabilimento portandolo alla sua estensione odierna; la piccola trattoria fu trasformata in un grande edificio alberghiero, dove oggi sorge l’hotel.
Lo sviluppo dello stabilimento termale e degli hotel
- Dopo la seconda guerra mondiale, gli edifici sono stati gradualmente rinnovati, lo stabilimento è stato adeguato alle esigenze del turismo moderno e sono state costruite, nel corso degli anni, grandi piscine termali all’aperto. Nel 1956, le terme sono diventate, in qualità di stabilimento di cura, un istituto sanitario. Sono stati rinnovati e sistemati l’hotel, le piscine, il parco e le rive del torrente. Nel 1973, lo stabilimento delle Šmarješke Toplice, insieme alle Dolenjske Toplice, è diventato proprietà del produttore di medicinali Krka, dando così il via al periodo d’oro delle cure termali e sanitarie.
Venite a visitare le pittoresche colline, gli antichi castelli, le chiesette e i monasteri, i suggestivi villaggi e l’imponente foresta vergine. Recatevi alla scoperta della Dolenjska.
La leggenda del ruscello
- Assaggiate la fresca acqua potabile del ruscello di Prinovec, a due passi dalle terme. Nonostante la leggenda racconti che, per bere l’acqua fosse necessario pagare delle monete, la sua dissetante freschezza è, oggi, assolutamente gratuita.
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&«Prinesi novec» (porta una moneta)
Quando ancora non esisteva l’acquedotto, gli abitanti dei dintorni attingevano l’acqua da questo ruscello. Nei cortili si raccoglieva comunque l’acqua piovana, ma quando la calura estiva prosciugava le vasche, allora la gente si recava al ruscello con botti e tinozze, caricati sui carri trainati dalle vacche. Il proprietario del terreno, allora, pose un’iscrizione accanto al ruscello: “PRINESI NOVEC, če želiš piti vodo” (PORTA UNA MONETA se vuoi bere l’acqua). Col passare del tempo, la parte finale della parola, -NESI, è andata persa, restando solo PRINOVEC. Da qui il nome di questo limpido ruscello.
Loto indiano
- Passeggiate lungo il sentiero botanico del parco dello stabilimento ed ammirate i fiori delicati e solitari che sbocciano nel laghetto di calda acqua termale.
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L’unico luogo della Slovenia in cui cresce
Il sentiero botanico nel parco dello stabilimento termale delle Šmarješke Toplice conduce ad un laghetto alimentato dalla calda acqua della fonte termale. Qui cresce una pianta molto rara: il loto indiano. D’estate, la superficie dell’acqua è fittamente coperta da grandi foglie lucide, tra le quali spuntano caparbiamente centinaia di fiori rosa.
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Simbolo di crescita spirituale
Nelle mattine estive, alle prime luci dell’alba, i fiori di loto emergono lentamente dall’acqua e iniziano ad aprire i petali. Quando il caldo del giorno avanza, i fiori si aprono completamente, mostrandosi in tutta la loro bellezza. Al tramonto poi si chiudono e dormono, aprendosi nuovamente all’alba del mattino seguente. Il loto, oltre alla bellezza ed all’inesauribile forza vitale, simboleggia anche la crescita spirituale dell’uomo che sorge dalle tenebre della non conoscenza, innalzandosi verso la luce della sapienza.
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Una rarità naturale
Questa specie di loto, che nel Terziario cresceva in tutto il mondo, cresce spontaneamente, al giorno d’oggi, soltanto in alcune aree dell’Asia e dell’Australia. Finora si era sempre ritenuto che il loto indiano non potesse sopravvivere, all’aperto, al rigore dell’inverno. Crescendo nelle calde acque delle fonti delle Šmarješke Toplice e fornendo rifugio a numerosi pesci e tartarughe, il loto indiano costituisce in questo luogo un tesoro naturale particolarmente raro e prezioso.